Il mito della dea Freya

L’aspetto ricorda molto quello di una lince, ma il gatto norvegese delle foreste ha delle qualità particolari che lo hanno fatto diventare presto il beniamino di molti appassionati di felini domestici. Dotato di un pelo semilungo e importante, questo gatto dal fascino che arriva dal freddo ha una antica storia alle spalle. Sembra, infatti, che gatti di questo tipo venissero ospitati nelle navi vichinghe per cacciare i topi durante le lunghe traversate che i popoli dell’estremo nord facevano per conquistare nuove terre. Erano felini che abitavano nelle foreste norvegesi e, proprio per questo, avevano sviluppato un pelo sontuoso che li proteggeva dal gelo e dalla neve.

Troviamo inoltre molteplici riferimenti a questa magnifica razza anche nei racconti mitologici. In particolare a quello legato alla dea vichinga Freya.

Secondo la leggenda, Freya viaggiava travestita da gatto, le sono care la terra, la famiglia e la cura degli animali, ma anche l’amore e la fertilità.
I suoi animali prolifici sono i gatti, i cinghiali e le cagne; però ha una connessione speciale con i gatti: quando si recava al sacro concilio ad Asgardh, la dea montava su un cocchio scintillante, la sua vettura era trainata da una coppia di gatti, animali di cui sono note la focosità e l’intolleranza verso qualsiasi legame; la coppia di felini simboleggiava l’irrequietezza amorosa di Freya, il suo essere fedele solo ed unicamente all’imponderabile flusso delle passioni e dei desideri.

La sua sala, Sessrúmnir, è grande e bella. Quando viaggia, ella siede su un carro tirato da due gatti
(Gylfaginning – Edda, di Snorri Sturluson)